Mite ti so
a docili carezze
che la mano mi sogna
in dolci infanzie.
Mi disquama
il velluto dei tuoi occhi
l'assurdo vizio
in echi di pensiero.
Non pił pena mi punge:
dall'aspro riso
a naufragati sensi,
alle tue labbra
in favole di sogno
si discioglie di labili coralli
l'arso narciso
a divorarsi solo.